Da bambino ero timido, non ero coordinato, ero sovrappeso, il mio cognome era Vacca (e lo è tuttora) e avevo (e ho tuttora) un neo sullo zigomo sinistro. Insomma, per sopravvivere, ho dovuto inventarmi qualcosa.
In mezzo ad una sfilza di soprannomi e giochi di parole sul mio cognome, vaccabolario, l’intuizione geniale di un mio compagno trentino, era il mio preferito. Esprimeva chi ero: uno che dava importanza alle parole, che le conosceva, che le usava e che le considerava amiche. Per tutta la vita è stato così: per caso, per gioco, per amore ho sempre usato le parole.
Da quindici anni continuo a farlo anche per mestiere, continuo a divertirmi e ad adeguarmi ai diversi supporti su cui scrivere e su cui leggere.
Gli inglesi, che chiamano le cose con il loro nome, chiamano la mia professione copywriter, le mie specializzazioni copy web, web writer...
Per un italiano scrivere equivale a non lavorare, in fin dei conti siamo un popolo di santi, naviganti e poeti.
Di conseguenza molti, in cuor loro quasi tutti, anche fra i miei parenti, non sanno bene quale sia il mio mestiere, pensano che perda tempo dietro alle parole e un po’ hanno ragione.
Ma Le parole mi ricambiano con gentilezza, quelle giuste si fanno sempre trovare e questo privilegio ha fatto nascere cowriter.it
Cowriter affronta le richieste con un approccio concreto, serio e concorrenziale, con un unico neo che affettuosamente rimane sul mio zigomo sinistro.